Sempre più giovani utilizzano il web in maniera assidua, spesso eccessiva e sono molti i rischi contro i quali, spesso inconsapevolmente, si va incontro. Per evitare che ciò accada è nato qualche anno fa su proposta della Commissione Europea il Safer Internet Day: giornata mondiale per la sicurezza online volta a comprendere meglio gli orientamenti dei giovani in relazione al web e proteggere, soprattutto i bambini, dai contenuti “pericolosi” presenti in rete.
Quest’anno si è svolta (7 febbraio) la nona edizione del progetto, vi sono state, nei 30 paesi europei, oltre cento iniziative che hanno avuto l’obiettivo di aiutare i ragazzi, con il supporto di genitori e insegnanti, a scoprire come utilizzare nel modo corretto internet.
Alcune statistiche possono aiutare a meglio comprendere come genitori e figli si approccino alla rete. Da una recente indagine condotta da Telefono Azzurro e Eurispes su un campione di 1496 ragazzi (di età compresa tra i12 e 18 anni) e 1266 genitori è emerso che solo un adolescente su quattro parla con i propri genitori di Internet e di nuove tecnologie. Un genitore su cinque conosce poco o niente delle attività dei figli nel mondo virtuale. Il 54% dei genitori italiani controlla la cronologia di navigazione per scoprire le abitudini dei figli mentre, dato che lascia molto riflettere il 31% degli adolescenti ammettere, in totale schiettezza, di aver sfidato la sorte pianificando ed attuando appuntamenti reali con individui conosciuti in rete.
Un altro dato che lascia riflettere è quello che vede il 37,7% dei ragazzi ammettere di navigare sul web, in media, dalle 2 alle 4 ore giornaliere, il 13,3%, oltrepassa questa soglia. È emerso infine che fin troppi genitori, quasi la metà degli intervistati, ritiene impossibile che il proprio figlio chattando possa rimanere vittima di un adescatore, un pedofilo o essere vittima di cyber-bullismo.
A questo punto la domanda sorge spontanea: quali sono le conseguenze, da un punto di vista psicofisico, di quest’adesione morbosa, e spesso mal o poco controllata, nei confronti del web?
Una risposta può arrivare da uno studio condotto nel 2010 dallo psicologo australiano Lawrence Lam, e dallo scienziato cinese Zi-wen Peng.
Lo studio aveva accertato che (osservando le abitudini di migliaia di giovani), tra gli adolescenti non è raro trovar chi ha sviluppato nel tempo una sindrome depressiva derivata da un utilizzo patologico del web.
Come si può, dunque, giungere ad una risoluzione progressiva in rapporto a molti dei problemi relativi al world wide web? In questo caso è l’attuale presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, che tenta di rispondere indirettamente a tale quesito durante la presentazione a Montecitorio dell’”Agenda strategica per la promozione dei diritti online dei
Minori” in occasione del Safer Internet day 2012:
“Occorre un impegno congiunto per contrastare gli abusi e per perseguire i reati e, al tempo stesso, per promuovere la funzione educativa del mezzo digitale, consentendo ai giovani di usufruire con maggior padronanza delle opportunità che esso offre.” Sottolinea inoltre il Presidente della Camera: “Servono politiche di prevenzione affinché Internet continui ad essere uno spazio utile e libero in cui i ragazzi possano giocare, apprendere, esprimere la loro creatività, stabilire relazioni con i loro coetanei e condividere conoscenze”.
a cura di Alessandro Giosi
8 febbraio 2012
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